TERAPIA DELLE COCCOLE CON IL MIO CANE IN CORSIA

testo di Donata Bonometti
Quando sono tornata dall'ospedale dopo 25 giorni di ricovero mi sono trovata sulla porta due cagnole in stato di agitazione totale. Una delle due ballava sul posto una specie di tip tap di benvenuto, l'altra si stirava in continuazione facendo dello yoga tutto suo per liberare l'ansia dell'attesa. Non sono una padrona di cani che umanizza gli animali domestici ma ne conosco bene il fluido di sentimenti e di intesa che scorre fra me e loro. Hanno notato la mia lunga assenza? Ne hanno sofferto? All'apparenza no, i miei familiari mi hanno riferito che mangiavano e camminavano, dormivano si muovevano per casa e fuori con la solita vigoria ma io sono certa che quando si faceva qualche videochiamata da casa all'ospedale loro avvertissero la mia voce e in qualche modo mi cercassero.
I lunghi giorni d'ospedale nel reparto di chirurgia dell'ospedale di San Martino, all'undicesimo piano del Monoblocco (dove per inciso mi hanno salvato la vita, almeno per un bel po, con un intervento difficile e magistralmente affrontato), erano occupati dalla stanchezza e dalla noia. Mai dal dolore per fortuna. E quindi avevo ampio spazio mentale per rincorrere tutto e tutti. Avrei desiderato tanto una passeggiata sulla neve con loro, che poi si mangiucchiano le zampe per liberarsi del ghiaccio, e nere come sono si muovono nel candore del paesaggio come un fumetto. E questo ricordo mi acquetava la sete che inevitabilmente provi nei post operatori piu pesanti, soprattutto in terapia intensiva. Le avrei volentieri coccolate tuffando le mani nel pelo ispido dell'una e soffice dell'altra. Ne avrei colto la piacevolezza che le pervade in quei momenti.
Abbiamo parlato in ospedale, con degli operatori, di pet therapy. All'ospedale San Martino in alcuni reparti c'è gia applicata questa legge regionale di Alisa che, dettando dei parametri di comportamento igienico sanitario, consente l'avvicinamento e la frequenza dei propri animali, e di animali educati da associazioni di Pet Therapy. Cosi pure all'ospedale Gaslini e si dice che sia prossimo alla visiting dogs anche l'ospedale di Villa Scassi. Sperando che l'emergenza Covid non blocchi iniziative in tal senso.
Dell’alleanza terapeutica uomo—animale, se ne è occupato anche il Comitato Nazionale per la Bioetica, e una delle esponenti piu autorevoli la docente universitaria genovese Luisella Battaglia. Ascoltiamola: "La riscoperta del ruolo terapeutico degli animali—che sembrava scomparsa nell’era della medicina scientifica—si inquadra in quella “umanizzazione della medicina” che vede uno spostamento dell’attenzione dalla malattia al malato e dal malato alla persona, e favorisce lo studio e l’impiego di terapie “complementari” dirette a fornire risposte più integrate ai bisogni del malato. La malattia viene considerata non come un fatto isolato, ma come risultato di un complesso di eventi che riguardano biografia, ambiente sociale e condizione esistenziale dell’individuo..... ).Il presupposto bioetico su cui si fonda è che tra uomo e animale possa instaurarsi una relazione sul modello delle relazioni interpersonali e che quindi vi sia uno scambio di sentimenti, affetti, emozioni che influenzano reciprocamente. Da ciò discende la possibilità di impiegare in senso terapeutico questo incontro con una équipe di professionisti adeguatamente formati - medici, veterinari, terapisti, educatori professionali, psicologi, zoo-antropologi - che seguano precisi protocolli e collaudati progetti di ricerca". Luisella Battaglia, che per inciso chiama questa iniziativa la terapia delle coccole, è la portavoce della sede genovese dell'Istituto Italiano di Bioetica retto da numerosi volontari e di cui abbiamo gia trattato in uno dei primi post.
Immaginiamo poi il bambino ospedalizzato che vive questa situazione in modo traumatico, non avendo strumenti per cogliere pienamente ciò che gli accade intorno: tendendo ad attribuire il dolore e la paura delle terapie alle persone che le praticano.
Aggiungono gli esperti che intervengono nei vari progetti dedicati ai bambini " Con i pazienti pediatrici, l’interazione con gli animali agevola il raggiungimento di obiettivi terapeutici come il rilassamento, la riduzione del senso di isolamento e solitudine, dell’ansia, della percezione del dolore, degli stati depressivi, e il miglioramento della capacità di razionalizzare la paura. Così miriamo ad aumentare gli indici di felicità dei piccoli pazienti e la loro percezione della propria forza, e ridurne l’agitazione o lo stato di depressione"
La foto è tratta dal sito pet passion blog e ritrae una esperienza di pet therapy nell'ospedale Meyer a Firenze
La foto qui sotto è il ritratto delle mie per therapy personal, Babà e Briciola
