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SAN BENEDETTO NELL'ORTO BIO


testo di Donata Bonometti

Quanto bene fa la terra? quanto leggera perchè soddisfacente la fatica che comporta lavorarla? ne abbiamo già parlato su questo blog e non ci stancheremo di parlarne. Di agricoltori speciali. Di orti solidali. Di un ritorno alla terra per motivi economici ma anche per nuova passione e sentimenti di riscatto. Fresca fresca come un cespo di lattuga appena raccolta l'ultima buona notizia in merito: la comunità di San Benedetto al Porto insieme all'azienda Orti di Staglieno di Genova ha vinto un bando europeo e relativo finanziamento per formare, e se possibile inserire nel lavoro, trenta giovani con diverse difficoltà. Rifugiati, ex detenuti, disoccupati, persone fragili.

I primi corsi sono partiti in questi giorni e trattano di orticultura, a seguire l'olivicoltura e la coltivazione dei noccioleti, e quindi la movimentazione di mezzi agricoli. Tutto scaturisce da un bando regionale di inclusione sociale legato a un fondo europeo, 90 i partecipanti. E questa accoppiata vincente Comunità di San Benedetto -Orti di Staglieno si è piazzata al primo posto col progetto Terra Madre, affiancata da un gruppo di partners tra cui le cooperative Il Pane e le Rose, il Biscione, Il frantoio Borgonovo e Golfo del Tigullio e ancora Eafra, Gal genovese e Tigullio coop.

Li aspettano due anni di intenso lavoro con i trenta ragazzi che parteciperanno a corsi di 40 ore teoriche e 160 pratiche. Dice Marco Massera degli Orti:"Siamo agricoltori dal 1952, mio padre ha iniziato a lavorare questa terra e io ho lasciato una buona occupazione, circa sette anni fa, per non lasciare appassire questa tradizione famigliare: ragazzi, a volte segnalati dai distretti, con tirocini, borse lavoro, mi hanno dato una grande mano, trovando qua un modo efficace per tirarsi fuori...per vincere ogni paura di vivere".

Tra zucche, zolle di spinacini, mele stark, distese di cavoli la vita rifiorisce e rinvigorisce e sulla pagina facebook troverete immagini, come quella che pubblichiamo, di grande respiro green: coccinelle, simbolo della modalità biologica degli Orti di Staglieno, ma anche ragazzi con zappe e rastrelli, le serre trionfanti di basilico e i muretti a secco pronti per essere ricostruiti, il gruppetto di ragazzi stranieri che si riposa dopo la giornata di lavoro. Se la burocrazia non fosse quella che è, cioè un macigno, "le numerose terre incolte che circondano le nostre città potrebbero essere affidate a questi nuovi agricoltori una volta formati e specializzati" riflette Massera. La cui azienda agricola negli anni ha visto incrementare la vendita, per questa caratteristica ambita del chilometro zero. Siamo anche nei giorni in cui la tavola è regina e quindi su questa lunghezza d'onda diventa solidale anche il Natale.

La Comunità di San Benedetto è capofila del progetto che è seguito da Marco Malfatto, il quale riflette: "la Comunità ritorna in qualche modo alle origini, perchè don Andrea Gallo quasi per primo, anni fa, ebbe l'idea delle cascine sociali dove con il lavoro si creavano, e si creano, forme di emancipazione". Ricorda Marco "In fondo con questo progetto ci riprendiamo le terre abbandonate, o date in gestione ad altri e il pensiero che fa da cornice al progetto Terra Madre è che ora si formano, per poi vederli lavorare insieme, stranieri e italiani in una dimensione di umanità e basta...dove la terra fa da trait d'union" Malfatto pensa ad una rete sociale di orti e di agricoltura solidale ("che in fondo è previsto nella misura 16.9 del fondo regionale per l'agricoltura") sa che non sarà una operazione facile, ma ci vuole provare.

Gli orti di staglieno si trovano in via delle Gavette. Pagine facebook e sito internet.

telefono3356567657

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