ATTENTATO A UN VALLONE PERFETTO

testo di Donata Bonometti
Sto passando alcuni giorni in val d'Ayas in mezzo al bosco, in un borgo di quattro baite sopra Saint Jacques. . Alle spalle c'è l'alta via che porta al Tournalin, a sinistra il massiccio del monte Rosa, e sotto il Ventina o Gobba di Rolin c'è una valle che si chiama Cime Bianche. Forse l'unica della Valle d'Aosta e fra le poche dell'arco alpino dove non compare traccia dell'uomo se non alcuni pascoli e due alpeggi, ebbene sì una valle incontaminata. Una ricchezza che anche in futuro può diventare valore aggiunto da un punto di vista turistico.
Facilmente accessibile da parte degli escursionisti anche non particolarmente esperti la si può trasformare in una meta dove incappi in flora fauna e formazioni geologiche assolutamente rare. Alla fine della valle, con laghetti qua e là da capogiro, ecco l'apparizione delle tre Cime Bianche perchè quello è il loro abbacinante colore. La valle finisce e si affaccia sugli impianti di Cervinia. D'estate lo spettacolo della natura scarnificata dalle piste, con gli scheletri delle funivie, è un incontro sgradevole, dopo tanta bellezza.
Ma steSsa sorte, a quanto sembra, attende il Vallone delle Cime Bianche perchè un faraonico progetto di cooperazione Italia-Svizzera che coinvolge Regione, Comuni e società di impianti sta marciando a passi lunghi e veloci per trasformare appunto il Vallone in una mega pista da sci con il corollario del caso: piloni per una ardita funivia di collegamento dal comprensorio di una valle all'altro, parcheggi e nuovo cemento ...
La val d'Ayas trema? No per niente a quanto sembra, esultano Regione e i numerosi Comuni, le comunità locali, inneggiando a quel che sarà il terzo comprensorio sciistico piu grande al mondo, con oltre 550 chilometri di piste tra le valli di Alagna, Valsesia, Gressoney, Ayas, Valtournanche e Zermatt. Ci si immagina un fiume di turisti e un fiume di denaro e si preme in tutti i modi perchè questo progetto si concretizzi.
Tuttavia c'è un eroico gruppo di volontari che combatte contro questa che si presenta come una manomissione ambientale. Il gruppo si chiama"Ripartire dalle Cime Bianche", è formato da residenti, proprietari di seconde case e ospiti storici e amanti di Ayas, alcune decine di persone che lottano strenuamente, in tutte le stagioni e non solo quelle turistiche, con gite guidate per far conoscere il vallone e iniziative di informazione contro il progetto del mega comprensorio.
Tra i loro sostenitori c'è anche lo scrittore Paolo Cognetti, che ha vinto quest'anno il premio Strega con il libro Le otto montagne, ambientato in valle d'Ayas dove Cognetti vive molti mesi all'anno.
Il gruppo ha una idea in testa, ed è quella di "un progetto di sviluppo economico e sociale basato sulle risorse durature di Ayas e sull'evoluzione della frequentazione della montagna e della domanda turistica". In poche ma sentite parole: puntano su un turismo alternativo che sia di valorizzazione del territorio negli anni a venire, e non sugli impianti in tempi in cui ghiaccio e neve peraltro arretrano sempre piu. Puntano su un turismo rivolto a chi ama camminare, esplorare, godere la natura, nella lentezza, nella fatica solitaria.
Va da sè che gli operatori della zona sono scatenati contro "gli ambientalisti da salotto" come loro li definiscono, cui non interessa, dicono, l'economia della zona e il futuro dei giovani che vi lavorano. E' un conflitto che non è certo inedito ma che in questo caso sta assumendo toni sempre piu accesi e vibrati.
Chi vivrà vedrà. Vedremo anche come la penserà la Cipra che è una organizzazione non governativa di cui fanno parte oltre cento associazioni ed enti di sette paesi alpini impegnati a salvaguardare l'ambiente naturale e il patrimonio culturale delle Alpi. Tematiche quali i trasporti attraverso le alpi e la mobilità, le energie rinnovabili ed il loro impatto sull'ambiente naturale alpino, il turismo alpino, le nuove forme di agricoltura montana ed i nuovi modelli di sviluppo sono centrali per la Cipra che, pur partendo da esperienze e situazioni locali, le affronta su scala alpina cercando soluzioni comuni. E'una potenza, a suo modo, questa organizzazione, perchè vede anche l'adesione di associazioni come Italia Nostra, Federparchi, Legambiente, Istituto Nazionale di Urbanistica e via dicendo. Affianca il gruppo Ripartire dalle Cime Bianche, cosi come l'associazione Dislivelli. Insomma il Vallone non rimarrà isolato nella sua battaglia di sopravvivenza.
Nella foto alcuni dei partecipanti del gruppo Ripartire dalle Cime Bianche in una escursione nell'estate scorsa . Il referente del gruppo è Marcello Dondeynaz. Il gruppo è presente su internet con sito e pagina facebook da cui è tratta la foto