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GIOTTO IN AULA. MA NON E' IL PITTORE


testo di Annalisa Rimassa

" Ti saluto, vado in Abissinia...". Il partigiano Giotto, 92 anni di lotte e ricordi, dolcemente canta di fronte alla scolaresca. L’anno è il 2018 e la provocazione è evidente: «Bambini, quella era una canzone dell’occupazione fascista in Etiopia - ora Giotto non canta più - Ma voi, siete d’accordo con le occupazioni?» . La domanda arriva tra quaderni e libri aperti e gli occhi di Giotto, dietro alle lenti, mandano lampi di curiosità. I ragazzini ascoltano e, ecco la spontaneità, alle dittature dicono “no, no!”. Davanti a loro, il partigiano Giotto, che all’anagrafe si chiama Giordano Bruschi , genovese d’adozione e combattente da sempre, è l’uomo che gira le scuole in un’inedita rassegna di Educazione civica, cantastorie che con la Storia incanta centinaia di studenti. «Settecentoquaranta per la precisione" calcola Bruschi memoria formidabile, per date e nomi.

Dalla Valbisagno alla Valpolcevera, le lezioni sui Partigiani rientrano nella vasta materia che lui stesso va ad insegnare nelle scuole liguri: “Educazione alla libertà”, la chiama e comprende vari capitoli che, le borse stracolme di libri e foto, il partigiano Giotto divulga da un istituito all’altro, senza macchina («e chi c’è l’ha», sorride) affidandosi ai bus.

I temi che questo indomito classe 1925 racconta ai ragazzi di oggi non sono mera rievocazione storica: parlano di Storia partigiana, Storia del territorio, dell’Acquedotto genovese dai Cartaginesi alle alluvioni. La lezione sulla Resistenza è stata raccontata in alcune scuole genovesi anche con la lettura de“Il panino e la mela”, dove si narra della strage che, nel gennaio ‘45, portò a morte 11 ragazzi partigiani prelevati dal carcere con la promessa di libertà.

Quella di Bruschi-Giotto, la casa in Valbisagno, è archivio di volumi radunati anche dalla moglie Giusy Giani, mancata in questi giorni, insegnante di Letteratura in continuo impegno politico e sociale, che prima di ammalarsi gravemente, lo accompagnava in questa avventura scolastica. Perché è una scommessa insegnare ai ragazzi la libertà. «Partiamo dalle vicende umane per stimolarli alla creatività», spiega Bruschi mostrando sia la raccolta di scritti di studenti “Scarpe rotte” che un’altra antologia che ancora parla di giovanissimi, ma in una tragica versione: è la“Spoon river partigiana”. Racconti in poesia delle 270 storie custodite fra le tombe di Staglieno, cimitero monumentale di Genova, campo 13 dei Caduti per la libertà. (http://www.ilsecoloxix.it/p/cultura/2018/01/10/ASMwo9TM-ragazzi_cantiamo_partigiano.shtml)

Ora anche l'amministratore del blog vuole dire due cose su Giordano. Amico di moltissimi genovesi. Anche di quelli che politicamente non la pensano come lui. Da partigiano a sindacalista dei marittimi (organizzò il piu importante sciopero internazionale bloccando le navi per settimane in decine di porti ) dal Pci a Rifondazione, a volto televisivo, fino all'attività che certo ora più gli si confà: trasmettere ai giovani i principi di libertà ma anche di tutela dell'ambiente. Lui, ultranovantenne, in difesa del loro futuro. Sempre al suo fianco la moglie, Giusy Giani, che se ne andata una settimana fa. Malata da anni. Piu giovane di lui di quasi 15 anni, lui l'ha accudita con la tenerezza di un papà. Ma quando Giusy era in gamba, al fianco di Giordano, ha fatto faville nei progetti educativi, nelle classi, nei laboratori.

L'acquedotto di Genova, trascurato per anni, è tornato in auge, quasi di moda, grazie ad un gruppo di associazioni della Valbisagno, dove fin da subito è emerso l’entusiasmo di Giordano Bruschi e della moglie che li ha visti protagonisti nelle diverse iniziative legate al territorio. Si è creato attorno a questo monumento, che ha oltre 400 anni, una girandola di interessi soprattutto da parte delle scuole, che hanno ritrovato e riletto antiche tradizioni e stralci di vita contadina, hanno adottato le fasce di verde attorno, hanno ripulito parte dei percorsi, hanno rivendicato un sentimento di appartenenza verso un’opera di ingegneria ma anche di arte e di ambiente, che è di tutta la città ma particolarmente loro.

La foto di Giordano Bruschi in classe è tratta dalla pagina web del Secolo XIX dove è comparso questo articolo della giornalista Annalisa Rimassa, alcune settimane fa, quando erano in corso le lezioni di libertà nelle scuole genovesi.

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