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IL LUNGO ADDIO, DALL'ISOLA THAI FINO A GENOVA


testo di Donata Bonometti

Da Genova lo hanno salutato gli amici con un incontro struggente eppure di gioioso raccoglimento, sulla collina di Castello. Un congedo che è passato attraverso la rete per raggiungere nella stessa ora la sua terra thailandese dove al mezzogiorno di sabato 30 giugno (le 5 del pomeriggio laggiù) si è svolto un rito buddista thai, la cerimonia dei cento giorni, quando si saluta l'anima del defunto, che sceglie secondo i meriti dove e come reincarnarsi, dove ritrovare una seconda vita. Cosi da Genova alla Thailandia come un lungo arcobaleno si è disegnato l'addio a Max Tedde, amico di una moltitudine di genovesi, ma scenografo e fotoreporter di fama ben oltre le mura della sua città, morto a 46 anni il 31 marzo scorso per un infarto fulminante in una isoletta dell'arcipelago delle Andamane, dietro Sumatra, eletta a suo paradisiaco domicilio da molti anni. Max Tedde aveva lasciato qua il suo prestigioso bagaglio artistico accumulato negli anni Novanta creando e firmando eventi sempre segnati dal successo quando un lavoro in Oriente nel 2008 (le scenografia delle Olimpiadi di Pechino create insieme allo studio Festi ,di Torino).gli aveva fatto toccare la speciale sensazione di provare a lasciare un mondo, per conoscerne a fondo un altro. Trasferendosi alla fine nell'isola di Koh Phayam, lasciando qua l'Occidente frenetico e carrierista per trasferirsi in un luogo dove il connubio con la natura e una popolazione particolarmente affettuosa aveva stravolto, certo per lui in meglio,la prospettiva di vita. Agli inizi collabora anche con alcune associazioni umanitarie che operano nelle zone piu povere di quella parte di Oriente, saggia la miseria di alcuni angoli del mondo cosi distanti dal consumismo delle nostre vite, forse utilizzando queste esperienze anche per ricostruire laggiu una vita diversamente impostata, gli amori, il lavoro nel suo locale, una casa su una spiaggia infinita, l'abbandono totale del superfluo, l'innesto con la pace di quel posto.

La mamma Giuliana Leardi ha aperto alla sua morte una pagina facebook "Max Tedde ti saluta" dove gli amici genovesi e non solo si alternano dal 31 marzo a raccontare di lui a rievocare gli intensi anni Novanta genovesi, quando Max diventa cofondatore dei Blackbird che rivoluzionano il panorama della musica genovese, inventando le esplosive serate Cinquesacchi, organizzando concerti anche con star nazionali, annoverando tra le sue iniziative il Fitzcarraldo e il Goa Boa, collaborando strettamente con Mario Torre, uno dei maestri della scenografia,.... insomma Max Tedde era un motore di arte e comunicazione, rilevante interprete del mondo della musica e della scenografia, eppure al culmine del successo, non ancora quarantenne, è atterrato su quel pianeta e non lo ha piu lasciato.

La mamma che ha sempre assecondato e capito il suo unico figlio anche in queste scelte apparentemente estreme. Lei, che alla sua morte è volata laggiu, trovandosi a partecipare per tre giorni alla cerimonia buddista del congedo, immersa in un' atmosfera che le ha diradato l'angoscia "sulla spiaggia a due passi dalla sua casa, con il suo corpo dentro un piccolo tempio, dove tutte le donne del paese, per tre giorni ininterrottamente, dopo aver lasciato le loro case, hanno cucinato per la gente a sua volta impegnata a portare la materia prima, il pesce, la carne,le verdure, con i tappeti per terra, dove sprigionare profumi e incensi, giocare, meditare... Tre giorni che si sono conclusi con la cremazione, rito lento preceduto dalla manipolazione del corpo con unguenti e olii, fino alla dispersione delle ceneri in mare". La naturalezza della morte, prevedendo una vita che prosegue.

Al 49 esimo giorno della sua morte un altro rito, nell'isola e anche a Genova, con gli amici italiani raccolti in una casa di Arenzano a spartirsi ricordi, infine la terza giornata di sabato scorso, sempre con questo filo che unisce Genova alla terra tahilandese, questa volta non sul mare ma nell'entroterra vicino ad una casetta dove Max Tedde si trasferiva nelle stagione delle piogge coltivando un appezzamento di terreno, vivendo anche dell'ospitalità di una famiglia molto amica. Che ha organizzato l'ultima cerimonia. E' durata due giorni, con preghiere, riti conviviali e spettacoli ,portando in offerta ai monaci le vesti arancioni, le candele. Inneggiando a lui, citando il suo nome proprio per facilitare la strada della reincarnazione. Nelle stesse ore a Genova gli amici lo hanno ricordato mangiando ricordando con il sottofondo di un flauto in un locale della collina di Castello.... ma anche piangendo e cantando in rete. A ognuno il suo modo di salutare un amico che è stato un personaggio geniale e generoso verso la sua città e i suoi giovani, prima di diventare uno spirito libero in riva a un mare lontano.

Nella foto Max Tedde e un momento della cerimonia di queste ultime ore

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