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IL CAMPIONE DEL MONDO E I SUOI RAGAZZI SULL'ACQUA

testo di Mario Muda

Il dolore e la rinuncia, per lui sono iniziati quasi vent’anni fa, quando, come tutti i ragazzi, coltivava una passione irresistibile e totalizzante. Un terribile incidente e deve dire addio a quella che, fino ad allora, era la sua ragione di vita. La moto.

Può una forza della natura essere imbrigliata, abdicare all’estasi della velocità e del confronto sportivo? Per molti potrebbe essere così. Non certo per Fabio Incorvaia che, costretto a lasciare le due ruote, si dedica alla moto d’acqua e da allora diventa 7 volte campione del mondo e viene considerato in questo circo veloce ed estremo, un po’ come il Valentino Rossi della moto d’acqua.

Il lavoro nel cantiere navale di famiglia a Vado Ligure in provincia di Savona, gli impegni inderogabili e pressanti dei campionati e dei tornei della moto d’acqua, non hanno distratto Fabio Incorvaia che da tempo, silenziosamente, ha cominciato a prodigarsi per gli altri. Rinuncia è una parola che lui combatte dal giorno dell’incidente e che invita gli altri a cancellare dal proprio vocabolario.

“Sarò i vostri occhi – ha detto a un gruppo di ragazzi ciechi che hanno accettato il suo invito – voi salite da soli e guidate, io vi sto vicino” “Sei un pazzo hanno risposto ridendo” e già erano a cavalcioni. E così un gruppo di disabili che sarebbe stato costretto ancora nella propria prigione di ombre, è salito in sella a una moto d’acqua e ha provato l’emozione della libertà, l’esaltazione della velocità, l’ebbrezza di una conquista, l’abbattimento di un limite. Ciechi? Non solo. Down o tetraplegici, imbrigliati sulla sua moto come in un abbraccio, hanno sfrecciato in preda a un’emozione sconfinata e intraducibile. Il mare aperto, gli spruzzi, le onde, il sole, la salsedine, il vento.

Fabio Incorvaia risponde a tutti colmando il proprio mosaico di disponibilità e accogliendo le richieste delle associazioni di disabili che gli chiedono “di fare un giro”. Oppure si attiva per reperire fondi per situazioni di estremo bisogno o emergenza. Lui è diventato per la moto d’acqua quello che Vanni Oddera, è diventato per la moto da cross. Oddera, campione di motocross ha scelto di aiutare gli altri e si è inventato la "mototerapia" perché anche i bambini disabili possano provare l'emozione di salire in sella “perché la moto è di tutti”. Vanni Oddera, che nasce a Pontinvrea, prati e boschi alle spalle di Savona e Fabio Incorvaia sono amici, seguono ognuno, quando possono, le performances dell’altro e hanno dato vita a questo Festival della solidarietà che sta offrendo dello sport e dei campioni rombanti una visione totalmente diversa.

Il 17 maggio erano entrambi a Varazze per la mototerapia più grande d’Italia, mentre il 29 maggio Fabio Incorvaia era la star dell’iniziativa “Sport per tutti” organizzato a Genova Multedo, dalla Apd Levante C Pegliese con lo scopo di una giornata di sport senza barriere, dove ha cavalcato il mare accompagnando, sulla propria moto, gli atleti della nazionale ciechi alle prese con un’esperienza mai provata.

Sposato, due figlie di 15 e 9 anni che vanno in moto con lui dall’età di 15 mesi, l’impegno di Fabio Incorvaia non è solo sul “campo”, ma anche di mobilitazione per casi di estremo bisogno, come per Sharon Racamato una ventenne di Palazzolo in provincia di Bergamo che è affetta, fin dalla nascita, da una tetraparesi spastica che le impedisce di camminare. Ha bisogno di una carrozzella elettrica per muoversi e la famiglia di un’auto con rampa adatta per gli spostamenti. Il bisogno è immenso, le risorse inesistenti. E adesso euro dopo euro con sollecitazione diretta e impegno personale in manifestazioni e iniziative dedicate, Fabio Incorvaia sta raccogliendo i fondi per aiutare il sogno di indipendenza di Sharon e della sua famiglia.

Sarebbe bello poter dire che l’Italia dovrebbe essere orgogliosa di un campione così se non fosse che per poter gareggiare e trovare il sostegno alla proprio carriera sportiva Fabio Incorvaia ha dovuto dire addio al tricolore. “In Italia – commenta con rammarico - esiste solo il calcio, il resto non conta. Dal 2008 anni gareggio per la Serbia che mi sostiene in tutto”.

Sette volte campione del mondo e attuale campione in carica, il 15 luglio prossimo sarà a Belgrado per il campionato nazionale dove parteciperà come guest star presenziando anche al campionato per handicappati dove ha un mare di amici. Uno dei tanti appuntamenti prima di tentare la conquista del nuovo mondiale nella gara che si disputerà in Arizona a Lake Havasu dove dovrà difendere il titolo del 2017, sempre con i colori della Serbia.

L’aria che tira non è buona non solo per le gare, ma anche per la solidarietà. “In Italia come va con il sostegno alle iniziative per gli i ragazzi handicappati? A Savona per esempio?”“Lasciamo perdere - ribatte - ogni incontro con i ragazzi richiede una spesa viva di almeno 300 euro. Quando vado a chiedere un contributo agli enti pubblici ho solo risposte negative. Peccato, perché aiutare queste persone non ha assolutamente prezzo. Io investo molto in tempo e risorse, ma dovreste sentire la loro emozione e loro felicità, sono sensazioni tangibili! Basta un attimo per capire come, con poco, si possono regalare meraviglie mai provate e per loro irripetibili”.

Vanni Oddera e Fabio Incorvaia , la battuta è scontata, hanno una marcia in più, manca invece nel

sistema pubblico la volontà di realizzare stabilmente questi progetti. Se qualcuno avesse dei dubbi, la pagina Fb di Fabio Incorvaia ha centinaia di foto e filmati che raccontano storie e testimonianze immense e incommensurabili di gioia e voglia di vivere. Peccato che siano brevissime e irripetibili.

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