"SONO UFFICIALMENTE CALVA"

di Maria Grazia Benvenuto
Scrivo questo post non per parlare di me, ma di una piccola storia di diritti, argomento che mi sta molto a cuore.
Da oggi sono ufficialmente calva. Ufficialmente in senso burocratico, la carta di identità lo dichiara. E fin qui, per quanto mi riguarda, tutto liscio.
Quattro anni fa ho deciso di lasciare andare le mie resistenze e ho cestinato l'ultima di una serie di costose parrucche che mi hanno protetto e nascosto contemporaneamente. Mi sono accettata e ho deciso che anche gli altri mi accettassero così come sono, compresa la mia alopecia. In questi anni ho trovato i miei equilibri, il mio modo di relazionarmi in mezzo alla società, alterno bandane, foulard, cappellini e testa al naturale secondo quello che mi garba. Credo che il mio viso sia sempre lo stesso.
Quando mi sono presentata in Comune a Genova per il rinnovo del documento, ho preventivamente chiesto se potevo fornire una foto con bandana, forse il mio look estivo più comune ormai. Sapevo già la risposta, ma ho voluto lo stesso creare il problema. Mi hanno accompagnato nell'ufficio di un funzionario che ringrazio per la sua delicatezza e gentilezza, ma la sua risposta è stata altrettanto irremovibile. Niente copricapi: solo per motivi religiosi. Quindi o sei suora o musulmana o sennò.. ciccia.
Preciso subito che sono contenta che almeno i diritti di suore e musulmane vengano riconosciuti, non ne voglio fare una guerra santa, lungi da me. Però.....La tentazione di presentarmi con una foto con parrucca stile afro è stata grande...perché qualche riflessione, ma sì ti viene da fare dai... Per dieci anni ho girato con un documento in tasca che diceva il falso: "capelli-castani" che in realtà era l'ultima costosa parrucca, appunto. E se la signora prima di me che è biondo platino, domani va dal parrucchiere ed esce viola verrà fermata in aeroporto e non accettata all'imbarco? E chi fra tre anni si troverà a fare una chemio? E se a me ricrescessero domani i capelli? Vabbe' tutto questo per dire che forse anche i motivi di salute e la sensibilità di una persona dovrebbero rientrare nei criteri di accettazione. So che da anni diverse associazioni si stanno occupando di questi problemi. Questo è il mio piccolo contributo. Faccio parte della piccola minoranza delle donne calve che vorrebbero che la propria patologia venisse riconosciuta e tutelata a partire da semplici diritti civili. Questo poi è davvero a costo zero. Se avete voglia fate circolare, metto a disposizione la mia faccia per la causa.
Dopo alcuni giorni in cui questa mia vicenda è stata resa nota anche dai giornali finalmente ho ricevuto una telefonata dal Comune di Genova devo dire assai gradita.... l'aver sollevato il problema dell'accettazione di una foto con capo coperto per motivi di patologia sulla carta di identità ha dato i suoi frutti!
Anche i motivi di salute sono contemplati tra quelli che consentono alle persone - uomini e donne - di fornire una foto come si vuole , mantenendo le caratteristiche del volto scoperto e riconoscibile. Questo dice il sito del Ministero dell'Interno , i Comuni devono aggiornare l'informativa, quindi se avete voglia di nuovo, fate girare nei Comuni di appartenenza. Non è necessario fornire alcun certificato medico.
Ringrazio di cuore il funzionario che mi ha telefonato ( lo stesso col quale avevo interagito la prima volta) per la sua professionalità nel reperire informazioni e la sua gentilezza, è il signor Festa, disponibile nella stanza n.10 dell'anagrafe di Corso Torino qualora se ne avesse bisogno.
Settembre: mese della consapevolezza sull'alopecia. Ho dato il mio contributo
Su internet trovate una serie di informazioni sull'alopecia areata e sulle associazioni che se ne occupano a livello nazionale.