LA TERAPIA NELLA PANCIA DELLA VELA


testo di Donata Bonometti
Pole Pole, in swhaili , lingua bantu,significa... piano, lentamente. E cosi, non casualmente, è stata battezzata una barca a vela ormeggiata in porto antico a Genova, ma ora in partenza per un viaggio di 40 giorni da Sanremo a Trieste imbarcando ogni tre giorni, per ogni tappa, ragazzi affetti da autismo. Pole pole è la barca adatta per questa impresa con un curriculum di tutto rispetto: è già di per sè una sorta di piattaforma mobile per incontri e laboratori sul versante psicoterapeutico. Ancorata o in viaggio accoglie nella sua pancia, cullata dalle onde (riferimenti che l'incoscio apprezza assai) chiunque abbia bisogno di ritrovare un po se stesso, lavorando sulle suggestioni e le aperture interiori e sociali che una barca può offrire. A bordo, ad accogliere tutti, ma proprio tutti, Andrea Contini, velista, con esperienze nel campo socio-educativo e psicoterapeutica e la compagna Laura Cerri, psicologa e psicoterapeuta che lavora nell'ambito della riabilitazione psichica.
E' lei con una voce squillante, da mare aperto, esperta di velaterapia, a farci riflettere sul fatto che "il porto rappresenta un luogo da cui si parte per un viaggio che segue una separazione da ciò che si conosce, per tornare cambiati. Un luogo dove si esplorano spazi ignoti, per affrontare imprevisti, per proteggersi, per prendere l'onda senza farsi travolgere. O semplicemente per stare a galla".
Nello spazio raccolto e avvolgente della pancia della barca, va da sè, si lavora meglio. Perchè la barca che va col vento evoca la libertà. Perchè questa barca è di fatto un laboratorio funzionale della emancipazione personale. Su questo corpo galleggiante cosi amico Andrea e Laura, insieme all'associazione Philos e all'amico Emanuele dello Strologo, hanno cominciato a pensare ad un progetto di velaterapia destinato alle persone con problemi di autismo. Perchè nel loro passato e presente la coppia continua a occuparsi di disabilità e insieme conosce il benessere che suscita andar per mare.
Dicono gli esperti con linguaggio tecnico ma facilmente comprensibile "Le attività a bordo permetteranno di agire su eventuali comportamenti stereotipi e ripetitivi, per fare conseguire con naturalezza competenze psicomotorie, sviluppando cooperazione ed empatia utili allo spirito di gruppo e alla funzione dell'equipaggio" Liora, una amica di pole pole e del progetto che sta prendendo il largo, commenta su facebook "Libertà anche per quelli che hanno un sorriso diverso dal tuo, dal mio, un vivere diverso dal tuo, dal mio...buon vento dunque"
Allora si parte il 19 aprile e attraverso numerose tappe che toccheranno tutte le coste dello stivale da Sanremo fino a Trieste in un periplo che durerà 40 giorni. Un viaggio a staffetta. Ogni tre giorni saliranno a bordo due nuovi viaggiatori del mare e della mente andando ad unirsi all'equipaggio composto da due skipper e un fotografo. Ribadisce Laura Cerri "Vi parteciperanno 38 ragazzi. Si divertiranno insieme, nonostante il loro particolare di essere e di vivere,in un momento intenso di relazione e di sport. Sono tutti ragazzi super impegnati a scuola, dal logopedista, dal fisioterapista e via dicendo...il vuoto enorme è il tempo libero che trascorrono sovente da soli, in famiglia. Ma come tutti i ragazzi hanno bisogno di stare coi ragazzi, sperimentandosi con le loro autonomie, divertendosi".
Della esperienza che stanno per affrontare con Pole Pole, del libro Vite Sottosopra scritto da Andrea Contini si parlera alla libreria Amico Ritrovato in via Luccoli venerdi 1 febbraio alle 18.
Per informazioni e per chi volesse sostenere il progetto Pole Pole la mail di Andrea Contini che è continia@libero.it o il cell 3462256231. Le eventuali donazioni serviranno non solo per il viaggio ma anche per una borsa di studio per consentire ad un ragazzo con autismo di realizzare una sua aspirazione creativa.