BIBLIOTERAPIA OVVERO CURARSI COI LIBRI

testo di Donata Bonometti
C'è un libro che mi puo' aiutare a vivere meglio la sindrome del nido vuoto, o che racconti di una esperienza luttuosa superata (La Virginia Woollf di Gita al faro forse)? C'è una lettura che sia coinvolgimento in un amore vissuto in terza età quando l'amore sembra una stagione morta,( Kent Haruf con il suo "Le nostre anime di notte") o di un amore finito e poi ripreso? E le storie noir, o piu semplicemente i gialli, come i Simenon per intenderci ci fanno viaggiare nella Francia brumosa per poi percorrere strade di sentimenti oscuri che improvvisamente scopriamo di conoscere? E ancora il linguaggio un po barbaro un po bucolico di Rigoni Stern puo diminuire un distacco sempre piu evidente tra noi e la natura?Questa potrebbe essere una lettura della biblioterapia cioè un modo per utilizzare un libro come strumento di relazione con se stessi e con gli altri. E in tempi in cui la relazione sta per essere sopraffatta da comportamenti aggressivi o capaci solo di distanziare, quanto bene puo fare l'abitudine a un libro?
La biblioterapia non è una invenzione dell'ultima ora e piu sotto ve ne daremo alcune indicazioni storiche. Ma intanto si approfitta di questi giorni di festa e di vacanza (dal latino vacuum cioè vuoto) per riempirlo anche di letture con quattro incontri dedicati che si terranno a Montoggio. Per quattro sabati, dal 17 agosto al 7 settembre, va in scena il “Bibliambulatorio di bibliomania”, esperimento serio e giocoso al grido di “Micurocollibro” in cui alcuni “bibliologi”o meglio buoni lettori in grado di condividere (Marco Adezati, Stefano Bigazzi, Guglielmo Bilancioni, Donata Bonometti, Luca Borzani, Fabrizio Fazzari, Marco Matteini, Cristina Parodi, Norma Pozzi) dialogheranno con i “pazienti” (perché chi legge ha pazienza da vendere), consigliando titoli di opere celebri e no a fronte di problemi, sogni, vagheggiamenti, desideri.
La partecipazione è libera, gli incontri, promossi dall' associazione, Avat (Associazione Volontari per l’assistenza all’Anziano sul territorio) si terranno nella sede di piazza Serra (e nella vicina Pro Loco montoggese) dalle 17 alle 19. E due parole la merita questa associazione di anziani che si occupano di tenere viva la socializzazione riguardo la cura e la conoscenza del territorio e la vicinanza alla popolazione, quella piu bisognosa soprattutto.
Forse indosseremo un camice (parlo al plurale perchè come avete notato ci saro anche io...) forse si celierà anche sulle dosi che merita un certo tipo di lettura, avendo vicino il farmacista e il medico, ma alla fine l'obiettivo è quello di un incontro dove ci si scambia consigli per una lettura che diventi amica, sorella, e persino rimedio a problemini di varia natura. E siccome a Montoggio è attivo un bookcrossing, ci sarà anche modo di portare con sè libri a sorpresa, che forse si riveleranno davvero una sorpresa.
La bilbioterapia ha storia lontana in realtà, che risale almeno a sessant'anni fa quando era usata in medicina e in psichiatria dove si risolvevano problemi personali con una lettura guidata. Meno freddamente, la parola scritta puo prendere per mano le nostre emozioni, diventando un antidoto al dolore magari, o semplicemente un farmaco per risvegliare consapevolezze, dignità, sentimenti.
Régine Detambel, scrittrice e kinesiologa francese, nel volume I libri si prendono cura di noi (Ponte alle Grazie) raccoglie i numerosi contributi di studiosi che si sono occupati di biblioterapia,
Affidatevi a Illibraio.it dove nel capitolo Leggere è una arteterapia si parla di veri biblioterapeuti (professionisti che ovviamente non siamo noi, coinvolti nell'evento di Montoggio...)
"Una volta si diceva che, per un malato costretto a letto, l’attività di leggere è come una passeggiata nel bosco: lui ne esce comunque trafelato. La lettura esalta fisicamente, come una vera passeggiata che sia vissuta in spirito, dove il lettore è colui che ha una bussola nell’occhio, in grado di valutare le distanze, lo spazio, il volume, l’intensità, la pressione, la velocità e il calore delle cose scritte. Questo lettore che vive nel proprio corpo il movimento, l’intensità, il peso e il calore delle cose non legge con le sue pupille... A coloro che ancora dubitassero dell’importanza dinamica della lettura, ecco il saggio di Marielle Macé, intitolato Façons de lire, manières d’être, che c’illumina scientificamente sulla parte fisiologica della lettura:. Marielle Macé rivela che, negli studi condotti intorno ai “neuroni-specchio”, si fa l’ipotesi che la lettura di un verbo che descrive un movimento corporeo o semplicemente il nome di uno strumento, attiveranno gli stessi stati mentali del fatto di correre o di compiere realmente questa o quell’azione. In fondo, leggere di un movimento è già simularlo. Si capirà dunque tanto meglio perché leggere ad alta voce è un’attività fisica intensa. La lettura ad alta voce è particolarmente risanatrice: da qui il suo interesse nell’attività del biblioterapeuta, perché essa può diventare anche un’arteterapia..
In ogni caso, far lavorare il respiro equivale a incoraggiare le forze della vita di fronte alla sfida, ad aiutare la persona a «ritrovarsi», nell’intimità del testo che gli accarezza la gola, che gli scende nelle viscere. Si tratta per il biblioterapeuta di tenere in conto le capacità della persona.…A volte però è necessario, in un primo tempo, accettare di rimanere ad ascoltare quelle voci o a guardare le posture d’ascolto degli altri membri del laboratorio, senza tentare niente di più, e senza essere impazienti o proattivi.
Si assocerà questa lettura a delle emozioni sensoriali, cominciando da una scoperta del contatto con carte diverse, copertine dalle consistenze opposte, odori (quanti viaggi abbiamo fatto nella colla dei libri!), colori, che spesso fanno riemergere i ricordi, e rianimano. Questo risveglio viene chiamato anche ristrutturazione psichica, nuove connessioni neuronali, sviluppo della ricettività e della concentrazione, rafforzamento della fiducia in sé… Per esplorare i libri, la vista, la mano, l’udito (ascoltare la voce altrui e la propria), l’olfatto sono prodromi che possono condurre a un’attività creatrice. E poi, come in tutti i laboratori in cui è successo qualcosa, qualcosa di così intimo da essere prettamente indicibile, è preferibile dedicarsi a un piccolo rituale di congedo: riordinare i libri, passarseli per rimetterli sul carrello, toccare in questo gesto la mano dell’altro sono momenti molto emozionanti. Grazie a questo contatto, il calore affettivo passa allora dall’uno all’altro e prosegue l’azione rasserenante della voce. Di seduta in seduta ci sarà ripercussione nella persona, con segni positivi di trasformazione."