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MAMMA E FIGLIA, LAUREA INSIEME OLTRE IL BUIO


testo di Donata Bonometti

Di Bebe Vio non ne esiste solo una. Di giovani, cui la vita ha messo davanti una pietra in cui inciampare e rialzarsi quasi rigenerati nella voglia di vivere, se ne incontrano e non ci commuove la disabilità ma l'immensa abilità di reazione. Cosi c'ero casualmente anche io alla laurea di una ragazza di 24 anni, disabile visiva da quando è nata e tuttavia campione paralampico sugli sci, già diplomata al Conservatorio in violoncello, gia assunta dalla Apple e dall'altro ieri laureata in Musicologia all'Universita di Pavia nella sede distaccata di Cremona, circondata da vetrine cariche di preziosi e antichi strumenti che lei non puo vedere ma sa suonare. Questa giovane donna, che, lo capite tutti, ha una forza di sfidare la vita quasi titanica nonostante l'aspetto elegantemente esile, ci ha provato anche con la mamma. Come se lei stessa l'avesse presa in braccio, invertendo i ruoli, sostenendola perchè riprendesse i libri in mano, oramai signora sessantenne, e si laureasse anche lei e possibilmente lo stesso giorno, cosi da vivere insieme una esperienza da raccontare ai figli, ai nipoti e ai figli dei nipoti. Si sono regalate un premio, quel giorno di adrenalinica gioia comune.

Attorno a loro nugolo di telecamere e giornalisti, notorietà e interviste per due persone che fanno parte di una famiglia compatta, amorosa, piedi per terra e cuori in alto. Ma anche molto semplice,immediata nell'empatia.

La famiglia Pedrini. Due genitori insegnanti, una sorella ingegnere e lei Gemma, che da bambina a scuola era scansata se non addirittura bullizzata in classe, ragion per cui la mamma Maria Grazia, per sottrarla alla solitudine di una vita in braille, è diventata anche la sua lettrice, i suoi occhi sul mondo, la sua maestra,la sua amica e alla fine la sua compagna di studi. Dunque si sono laureate, ambedue in giacca bianca, lo stesso giorno, giovedi 26 settembre. Gemma con 108 su 110 la mamma con 105 su 110. Con tesi che sottintendono lo stesso tema

.Nel dettaglio Gemma si è laureata in Musicologia con una tesi sui software audio, programmi di editing musicale per chi ha problemi di vista, la mamma in Beni Culturali trattando di musei e nell'uno e nell'altro il tema dominante è l'accessibilità. Va detto, e ce lo ricorda la sorella Aurora, ci sono gia normative che regolano l'accessibilità ad un patrimonio culturale collettivo, ma è come la legge sulle barriere architettoniche, capolavoro normativo di per sè scaturito dalle battaglie della "nostra" Rosanna Benzi, ma in larga parte inapplicato.E' stata una giornata come potete immaginare una giornata di laurea, emozione a mille, con una voce flebile e poi sempre piu combattiva davanti alle domande di docenti per nulla pietosi, gli abbracci, gli applausi, le bottiglie di champagne, la discesa in autonomia dallo scalone dell'antico palazzo (con il papà che si chiede "Ma vien giu da sola?" e si è dato la risposta, universale quasi perchè vale per una vita) e la mamma che racconta con una risata contagiosa le notti sui libri e quando lei cascava dal sonno Gemma le consentiva di andare a nanna. "Ci siamo divertite, studiando". E Gemma ribatte "Per me lo studio è indipendenza, mi fa sentire sicura".Personaggio peraltro che non ha paura di niente e di nessuno, ha partecipato a film, ha suonato per Ennio Morricone e spera di suonare per il Papa e Mattarella..., da poco ha vinto un viaggio in America per studi sulla visione multisensoriale e artificiale. E sugli sci è spericolata campionessa.Questo che è stato un evento mediatico, ripreso anche dalle trasmissioni Rai nazionali, è in realtà una intima storia familiare di coraggio e di intraprendenza. Una storia contro le barriere di ogni giorno fino ad arrivare a questo giorno.

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