DON GA, PRETE PIRATA DEL MOVIMENTO RAGAZZI

testo di don Fully Doragrossa
Come si può raccontare di Don Gaspare Canepa, per tutti Don Ga, a chi non lo ha conosciuto? Ci tento io che don Ga l’ho conosciuto e ha celebrato con me la mia prima messa. Don Gaspare Canepa nasce a Voltri nel 1919, quindi ne celebriamo i cento anni con una serie di eventi e incontri di cui leggete piu sotto. Nella foto ecco che pela patate con i suoi ragazzi.
Si narra che fin da piccolo avesse quelle doti che ne faranno quel prete che è stato: un entusiasmo travolgente nel coinvolgere gli altri bimbi in avventure, giochi, fantasie; una religiosità fortissima che poneva Dio davanti a tutto fino a farlo entrare molto presto in seminario; una propensione a difendere i deboli e chi era in difficoltà.
Entrato al seminario minore del Righi don Gaspare fa tutta la trafila,resistendo alla durissima vita dei seminari di allora, lui che amava tanto la libertà, il mare di Voltri, la vita all’aria aperta,Scoppiata la guerra il seminario sfollò a Voltaggio. Li don Ga iniziò un sodalizio con un allora seminarista poi prete più giovane di cinque anni: don Giuseppe Mario Ivaldi per tutti don I.
Questa coppia improbabile di preti così diversi per forma fisica, carattere che li faceva spesso discutere con forza era unita da una passione per Dio, per la Chiesa,che li armonizzava rendendoli inscindibili . Anche don I fu per sempre amico fedele e discreto di don Ga e lo appoggiò sempre. Don Ga , che venne nominato nel 1945 assistente dell’azione cattolica, iniziò l’avventura dei campi estivi a Fraconalto radunando in estate i ragazzi delle parrocchie genovesi. La sua capacità di coinvolgere e di narrare ti incatenava ai suoi occhi e divenne presto notissima. Le sue magie, i suoi giochi di prestigio, il modo di narrare il Vangelo così come le favole, organizzare gite, rapivano gli adolescenti. Don Ga è sempre stato un “teatrante”, interpretando brani sia laici che tratti dalle Scritture.
I ragazzi crescevano di numero Fraconalto non bastava e dopo un anno don Ga incontrò il conte Acquarone, il quale, saputo delle difficoltà a trovare una casa vicina a Genova ma in montagna, offrì la sua antica tenuta di caccia a Monteleco! Don Ga dal 1951 apri la casa con una banda di ragazzini. A poco a poco si rimisero a posto le altre due case del conte, e iniziò la grande avventura della “Libera Repubblica dei Ragazzi”. Un nome un programma: Repubblica perché tutti nella libertà potevano partecipare e avere un proprio ruolo ma dentro una cerchia di partecipazione e di solidarietà. Dei Ragazzi perché loro erano i protagonisti assoluti e non gli adulti. Lo stesso “governo” della Repubblica era formato da ragazzi più grandi che fungevano da responsabili. Già qua si delineava un'altra fondamentale caratteristica di don Ga: la formazione degli educatori
Monteleco iniziò così a diventare il punto di riferimento diocesano e dell’azione cattolica per i campi estivi di formazione per i ragazzi e gli educatori. Ma se Don Ga passava tre mesi fissi a Monteleco, gli altri nove continuava a essere professore di religione in seminario formando decine e decine di preti, un direttore spirituale ricercato da tanti,un pedagogo e maestro richiesto nelle parrocchie. Pensare a don Ga solo come a un rubicondo affabulatore di bambini è riduttivo. La sua preparazione , le sue letture e studi erano sorprendenti. Sapeva e leggeva di tutto, dalle scienze alla teologia, nulla gli sfuggiva nulla gli era indifferente e tutto si ricomponeva in una mente profonda e brillante. . Nacque,sull'onda del Concilio, l’idea di far nascere qualcosa di nuovo per raggiungere tutti i ragazzi che l’azione cattolica o il movimento scoutistico non raggiungevano. Don Ga col suo solito focoso carattere ne discusse a lungo col Cardinal Siri. Alla fine, fermi ognuno sulle proprie convinzioni, don Ga fondò il Movimento Ragazzi staccandolo dall’azione cattolica; con uno statuto sotto l’egida della figura dell’Istituto don Minetti. Si trovò una nuova sede in Salita Li Gobbi per il Movimento Ragazzi lasciando la storica stanza di vico Falamonica dove don Ga operava.
Gli anni Settanta furono colmi di iniziative col gruppo di educatori che affiancava don Ga . Molti gli spettacoli musicali, che sull’onda del tempo erano divenuti veicolo per portare il Vangelo ai giovani; don Ga spesso ne scriveva i testi e musiche. Aprì la Banca Cambio ovvero un luogo dove ci si poteva scambiare giochi, libri, e ogni cosa a misura di ragazzo a costo zero per favorire la solidarietà fra tutti. Fu inventato il “telefono amico” dove i ragazzi potevano sfogare le loro inquietudini, fu stabilito un rapporto diretto di vicinanza con Boscomarengo, il carcere minorile dove finivano i ragazzi che compivano delitti a Genova.
Don Ga collaborando con Caritas aprì le porte agli obiettori di coscienza che vennero a soggiornare in salita Li Gobbi facendo servizio a Monteleco.Lo stile missionario e di dialogo col mondo portò a una collaborazione fittissima con le istituzioni per le quali don Ga venne punto di riferimento; scuole, asl, distretti sociali, con le loro assistenti, tribunale dei minori. E una collaborazione col Comune che dura tutt’oggi.
Osservando le difficoltà dei ragazzi a scuola, l’intersecarsi di problemi familiari, sociali che sfociavano nel disagio scolastico e in una precoce emarginazione don Ga nel 1984 decise di dare vita a un “doposcuola” per i ragazzi delle scuole “medie”. Grazie a obiettori, volontari e “maestri” si inizia un’opera particolare di qualità dove non solo si fanno i compiti ma si gioca e ci si occupa del ragazzo a largo spettro coordinandosi con la famiglia o quel che c’e alle sue spalle, la scuola, e i distretti sociali se il ragazzo fosse stato affidato ad essi. Un aiuto concreto, professionale, costante. Fatto con uno stile di rete e di condivisione fra pubblico e privato.Gli anni 70 e 80 furono anni intensi dove don Ga non si risparmiò e continuò con tenacia la sua scelta di occuparsi soprattutto dei ragazzi più poveri e lontani, lontani dalla fede, da una vita decente e educata, i cosiddetti monelli. Quelli scartati a scuola, senza appoggi alle spalle, tentati poi dalle tante cattive strade possibili. Con la dovuta attenzione anche a gli altri, quelli bravi, quelli fortunati che potevano invece in quanto “ragazzi in gamba” dare una mano.
Alla fine degli anni 80 don Ga, trascurandosi, iniziò ad avere i primi problemi derivati dal diabete. La salute peggiorò progressivamente con una serie di mini ischemie cerebrali che ne compromettevano memoria (quella memoria incredibile, viva, intelligente, pronta spiritosa, disarmante). Il 22.8.1994 è il giorno della sua morte il giorno di Maria Regina. Ai suoi funerali si riempì, in pieno agosto, la chiesa di San Tommaso di fedeli dopo che già da parecchi anni era scomparso dalla vita attiva. Don Ivaldi riprese nella presentazione di don Ga una frase che lui diceva di se stesso “ se non mi fossi fatto prete sarei diventato un pirata!”
.Dunque della eredita di don Gaspare Canepa a 100 anni dalla sua nascita, e del Movimento Ragazzi, dei suoi ex ragazzi diventati Associazione, si parlerà nel Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale l 11 ottobre dalle 16 e 30 in un convegno dal titolo "Quali ragazzi lasceremo al nostro futuro? Le sfide educative di oggi".
Per informazioni segreteria del Movimento Ragazzi 010213897 e segreteria@movimentoragazzi.orgnni