AGNES, EMMA, KATHARINA E I BAMBINI BUTTATI VIA

testo di Donata Bonometti
Su questo blog, fin dalle prime puntate, abbiamo sovente parlato dell'ex manicomio di Quarto a Genova, rimarcando come, in questo luogo composto di un ampio parco con numerose palazzine degli inizi del secolo scorso in buona parte abbandonate suscitando desolazione profonda per chi le avvicina, c'è una sorta di isola felice dove volontari, artisti, gente comune, malati, partecipano a varie iniziative di stampo artistico o culturale. Tira le fila delle varie attività il Coordinamento Quarto Pianeta, che da almeno una decina d'anni sorveglia anche sulla sorte di questi immensi spazi di proprietà pubblica che ancora non hanno trovato un senso. E sono sempre ad alto rischio speculazione.
L'isola felice concentra dentro di sè, nella zona del bar ancora frequentato dai pazienti, un laboratorio di ceramica dove si alterna varia e interessante umanità ai pennelli e ai colori, l'Istituto delle Forme e delle Materie Inconsapevoli straordinario museo di tutto cio che produssero malati e artisti in un momento di creativa sperimentazione negli anni Ottanta, e il cosiddetto Spazio 21 le ex cucine recuperate per ospitare mostre collettive o di singoli. In questi giorni Code War presenta PuntoKomm, la mostra personale di Alex Raso. L'inaugurazione ha visto una partecipazione folta soprattutto di giovani fino a notte fonda e cio non fa altro che ben sperare sulla crescita di una certa sensibilità.Sono i giorni in cui si celebra a Milano l'anniversario di Alda Merini cui viene intitolato un ponte dei Navigli nei pressi della sua abitazione evento arricchito di altri eventi per ricordare la bellezza della sua follia e cio che ci ha comunicato.
La mostra di Quarto è un appuntamento da non perdere. Fino al 16 novembre, negli orari 11:00 - 15:00 (lunedì - venerdì) e fuori orario su appuntamento. PuntoKomm è il frutto della ricerca che Alex Raso conduce dal 2014 e riguarda la tematica della non-comunicazione, ovvero delle barriere psicologiche e sociali della comunicazione andando a toccare il tema fortemente attuale della comunicazione digitale. Un progetto figurativo e installativo che indaga criticamente gli aspetti più controversi dello scambio comunicativo, partendo dall'esperienza di internamento psichiatrico di tre soggetti femminili :le lettere con le stesse frasi ripetute ossessivamente e mai spedite di Emma, la trasformazione della camicia di forza della sarta Agnes e il fantoccio artigianale, surrogato del desiderio d’amore di Katharina. Ci sarà anche spazio per l'esperienza dell'assenza con i Gettatelli, un canto all'abbandono attraverso una serie di ritratti in cui le ferite suggeriscono la realtà di un’infanzia negata. Annota Alex Raso che se oggi possiamo osservare parte dell'operato artistico di Emma, Katharina, Agnes e gli altri “malati” di Heidelberg che ha preso corpo durante l’internamento, è grazie allo psichiatra Hans Prinzhorn. Laureato in storia dell’arte, Prinzhorn sfrutterà le sue conoscenze per analizzare le opere dei malati raccogliendole e catalogandole. Le opere sono conservate nella Collezione Prinzhorn diHeidelberg (Germania) che contiene oltre 5.000 tra disegni, dipinti ad olio, sculture in legno e opere tessili diOutsider Art. Parte di queste opere composero una eclatante mostra a Palazzo Ducale di Genova su Arte e Follia....
Tornando ai protagonisti della mostra. Alex Raso, l'artista, ci racconta che nel 1909 Emma Hauck polacca, 30 anni, moglie di Mark e madre di due figli, viene ricoverata nell ’ospedale psichiatrico dell’Università di Heidelberg con la diagnosi di schizofrenia. Le sue condizioni peggiorano e i medici classificano la sua malattia come “terminale” escludendone per sempre l’opzione riabilitativa. Emma viene internata nella struttura di Wiesloch dove passerà i restanti 11 anni della sua vita.Di questo internamento resta a testimonianza una straziante collezione di lettere disperate tutte rivolte al marito assente Mark. Le frasi riempiono completamente il foglio; le parole si sovrappongono ossessivamente riducendo ogni respiro fino a creare una texture di difficile lettura .In alcune lettere è possibile decifrare la ripetizione delle parole “Komm, komm, komm” (“vieni, vieni, vieni”) e brevi frasi “Herzensschatzi komm” (“Amore, vieni”) "Queste lettere oscure e struggenti non verranno mai spedite. PuntoKomm è una ricerca in divenire iniziata nel 2014, quando ho "incontrato" sulla mia strada l'esperienza manicomiale di Emma. A lei dedico PuntoKomm". conclude Raso.
A proposito di Katharina . Nel 1907 Katharina Detzel dopo un presunto sabotaggio alla linea ferrovia a scopi politici, viene internata nell’ospedale psichiatrico dell’Università di Heidelberg; qui costruisce l’Uomo Cuscino: un fantoccio in dimensioni reali, prendendo dal letto e dal guanciale l’imbottitura di paglia e la stoffa di rivestimento. Quando Katharina è arrabbiata da pugni all’Uomo Cuscino, quando è felice balla con lui e l’Uomo Cuscino le sussurra all’orecchio “sei la mia bambina”. Il fantoccio era il surrogato dell’amore di cui aveva bisogno in manicomio. K scriverà anche un’opera teatrale sui bambini orfani. Nel 1941 verrà uccisa dai nazisti. Spiega Raso "Quando 5 anni fa ho iniziato la mia ricerca per il progetto PuntoKomm®, raccogliendo materiale su KahtarinaDetzel, ho avuto un “inciampo”: escamotage che il destino usa per rammentarti l'ascolto del tuo pensiero laterale. Un inciampo dulcamaro nelle poupées violate di Hans Bellmar. “bambole, congelate in una fissità dolorosa di grande forza drammatica,trasmettono i diversi disagi sociali ed esistenziali di cui si fanno portatrici, coinvolgendo l’osservatore in un gioco di seduzione doloroso e affascinante”.
A proposito di Agnes“E cinquecento catenelle d’oro hanno legato lo tuo cuore al mio.E l’hanno fatto tanto stretto il nodo che non si scioglierà né te né io.E l’hanno fatto un nodo tanto forte che non si scioglierà fino alla morte.”Manca tutto ciò che è stato, manca tutto ciò che per compassione dovrebbe essere.Nel 1890 la sarta Agnes Richter viene ricoverata nell’ospedale psichiatrico dell’Università di Heidelberg. Negli anni manicomiali ricama fittamente la sua camicia di forza di lino con parole, frasi indecifrabili e disegni colorati. in questo non-luogo Agnes trascorre il tempo trasformando la sua camicia di forza da qualcosa di istituzionale e distante in qualcosa di intimo e personale. Si tratta di un pezzo interessante di ipertesto e scrittura selvaggia.
Infine i Gettatelli, dal latino iactatum: gettati via. Erano i bambini abbandonati che contro natura venivano gettati dai loro genitori alla pubblica assistenza. “Gettatelli” è un canto all’abbandono attraverso una serie di ritratti in cui le ferite suggeriscono la realtà di un’infanzia negata che quasi sempre porta allo sviluppo, in età adulta,di serie difficoltà relazionali. I gettatelli erano anche chiamati a seconda dei luoghi: stelline, martinitt,trovatelli, esposti, proietti... CODE WAR presenta inoltre l’installazione interattiva partecipata “Faces of past and future presence”, un audiovisivo dal quale emerge la testimonianza di un utente della struttura. L’installazione lancia al pubblico i seguenti quesiti: "Cosa sai di questo luogo? Cosa pensi del suo futuro?” Le risposte fornite verranno raccolte e analizzate ai fini dell’indagine portata avanti da CODE WAR sulla conoscenza del luogo, sulla percezione della cittadinanza e sull'immaginario creatosi dietro l'Ex Ospedale Psichiatrico di Quarto. L’opera è stata realizzata grazie al contributo di volontari e degli utenti della struttura. L’evento è promosso dall’Associazione Culturale CDWR in collaborazione con il Coordinamento Quarto Pianeta