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A VELE SPIEGATE CON IL LEUDO. SULLE ONDE DELLA MEMORIA


testo di Stefano Villa

Lo scafo è quasi centenario e l’albero ancora più antico, di un’imbarcazione del 1890 – l’Angela I – che non esiste più, ma forse il suo ricordo soffia ancora nelle vele perché il Nuovo Aiuto di Dio, unico leudo ancora navigante della Liguria, è carico di memoria.

Varato sulla spiaggia di Sestri Levante nel 1925, sequestrato dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale nel 1943 affonda nell’Arno, ma recuperato dai proprietari alla fine del conflitto riprende il mare caricando vini dall’Elba e dalla costa toscana sino alla fine degli anni ’50. I successivi passaggi di mano ne segnano declino per il progressivo abbandono dell’attività e delle manutenzioni sino a quando il leudo, che sembrava destinato a non rivedere più il mare, nel 2010 lo riprende con l’appassionato lavoro di un maestro d’ascia scozzese, Stewart Darcy Hyder , “convinto dei valori storici e della tradizione di questa navigazione” dice Gian Renzo Traversaro, anima dell’Associazione di promozione sociale Amici del Leudo. Presieduta da Giorgio Fondi si prende cura di questa imbarcazione storica con cui promuove la cultura e le tradizioni marinare di Sestri Levante e Riva Trigoso.

I leudi nel Tigullio risalgono al Medio Evo “i primi intorno al 1215 - racconta Traversaro – con l’epopea dopo il 1830 quando cessano le incursioni dei corsari barbareschi sino agli anni ’50 del XX secolo”, poi le radicali trasformazioni della realtà economica e sociale, puntando più sempre allo sviluppo stradale, mettono ai margini queste antiche imbarcazioni. Eppure erano tantissime, in una bella e insolita fotografia invernale del 1914 sulla spiaggia innevata di Sestri Levante se ne contano una cinquantina. Per secoli i leudi “con il loro cabotaggio in tutto il Mediterraneo hanno portato vino, formaggi, sabbia per l’edilizia, pescato acciughe sino alle coste tunisine e algerine salandole a bordo” e con la navigazione a vela sono stati precursori di quella che oggi sarebbe una virtuosa mobilità sostenibile. Il Nuovo Aiuto di Dio, varato per sostituire il precedente Aiuto di Dio naufragato sulle secche toscane “in periodo di bonaccia per colpa di un nocchiero che aveva bevuto troppo”, ogni anno riprende il mare da maggio a ottobre, quando torna a riva per far respirare lo scafo e compiere le manutenzioni necessarie. E specifiche.Naviga con il motore inserito alla fine degli anni ’30, ma anche “con i suoi 150 metri quadrati di vele, 120 quella latina e 30 il fiocco” dice il comandante Bruno Chiappara che conosce ogni segreto del leudo lungo più di 15 metri, bompresso escluso, largo 5 e che può caricare sino a 25 tonnellate di merce.

“La navigazione a vela è molto affascinante ed altrettanto impegnativa e complessa – aggiunge il comandante – anche se con la vela latina a differenza di quelle quadrate si riesce a stringere un po’ il vento, con i terzaroli si governa la riduzione delle velature in caso di maltempo e l’antenna della vela latina su questo leudo può ruotare sino a 90 gradi”. L’Associazione Amici del Leudo con Il Nuovo Aiuto di Dio tramanda la conoscenza delle tradizioni marinare di Sestri e Riva e la storia del territorio, come “parte dinamica” del Museo Archeologico delle città di Palazzo Fascie Rossi che organizza anche visite guidate e laboratori di approfondimento.

Per appassionare i giovani alla storia e alle attività marinare “abbiamo aperto - dice Giorgio Fondi presidente degli Amici del Leudo – anche canali con l’istituto nautico di Genova e Camogli e con quello della Spezia, incontrando i dirigenti scolastici e i professori di navigazione e costruzioni navali, avviato contatti con altri istituti superiori del Tigullio e una collaborazione con il Polo universitario della Spezia che ha già portato alla stesura di una bozza di convenzione”. Se le secche della emergenza sanitaria hanno obbligato a sospendere queste rotte “speriamo di poterle riprendere il più presto possibile, sviluppando nuovi rapporti con le scuole e l’università”. Gli Amici del Leudo mettono la stessa passione anche per le manutenzioni e gli interventi al leudo e potendo sempre contare sulla mano d’opera gratuita dei soci devono acquistare solo materiali e attrezzi. Il bilancio annuale di 18.000 euro coperto con il tesseramento, le donazioni private, il 5 per mille e il Comune di Sestri Levante stanzia un contributo annuo di 500 euro assicurando anche l’ormeggio nella Baia delle Favole e la sistemazione invernale del leudo sul litorale. “Questo - dice Gian Renzo Traversaro -

attraverso la diffusione della cultura marinara e la possibilità di rendere la navigazione accessibile a tutti, nessuno escluso”. Nelle foto il leudo in navigazione questa estate e una nevicata del 1914 sui cinquanta leudi alla fonda sul lungomare di Sestri Levante

Per contattare l’Associazione Amici del Leudo che ha sede a Sestri Levante in via XXV Aprile 163 l’indirizzo e-mail è: segreteria@leudo.it e il sito web www.leudo.it

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