ARSELLINE,FRANCHINE, CABELLOTTE...COSI SI RITORNA IN CLASSE

testo di Marco Corzetto
Insegno all'istituto agrario B.Marsano di Genova. Molti di voi avranno imparato a conoscere il mio amore totale per la natura anche attraverso le pagine di questo blog. E mi pregio di riuscire a trasmetterlo anche ai miei studenti che hanno imparato a vivere il verde come bene pubblico e loro futura competenza. Di fatto l'attività dell'istituto Marsano non è stata frustrata dalla pandemia, e anzi un progetto piuttosto ambizioso di cui vi vado a raccontare, del recupero di unì area cittadina abbandonata sta camminando molto bene. Per trasformare un terreno urbano abbandonato in un polo botanico dove verranno poste a dimora varietà ortofrutticole tipicamente locali, permettendone la conservazione e quindi la reintroduzione sul mercato locale.
Ma andiamo con ordine.
L’anno scolastico 2020/21 è iniziato nel mese di settembre, ma le lezioni in presenza sono durate soltanto un mese, poi tutto si è fermato per fare ritorno alla didattica a distanza. Tutto o quasi tutto, poiché una scuola a Genova ha continuato a svolgere le lezioni in presenza dando vita ad un progetto unico nel suo genere.
L’Istituto Agrario B. Marsano di Molassana ha volutamente “spezzato” le proprie classi ed i docenti hanno lavorato, nelle rispettive ore di lezione, con un numero ridotto di studenti e ciò ha permesso di portare avanti i numerosi progetti sviluppati da tempo sul territorio. In pratica le classi sono state “sdoppiate” e mentre alcuni ragazzi venivano coinvolti nelle lezioni “virtuali” in aula, l’altra metà della classe poteva ritrovarsi “in presenza”, divenendo parte attiva di un laboratorio “su campo”. In questo modo gli studenti hanno continuato a sviluppare e affinare le proprie competenze con le attività civico/didattiche del resto già note: il recupero delle aree verdi del cimitero di Staglieno, di Villa Imperiale e dell’apiario urbano genovese.
Ben pochi tuttavia sono a conoscenza dell’ultimo progetto che vede appunto la scuola ed i suoi studenti impegnati, dal mese di settembre, in un’area nei pressi di San Siro di Struppa.
All’interno di questa superficie di proprietà municipale, che si estende per circa mq 7.000, da tempo inutilizzata ed impenetrabile a causa dello sviluppo incontrollato della flora infestante, sono iniziate le opere di recupero che ne permetteranno la fruizione .Una delle prime lezioni che vengono impartite agli studenti insegna che “l’albero senza le radici è solo un pezzo di legno”, per questa ragione diamo molta importanza al progetto che sta nascendo e che, se ben costruito, potrà avere grandi ripercussioni per il futuro degli studenti e chissà, forse anche per la nostra città.
E così nulla è lasciato al caso: la suddivisione delle aree ove verranno poste a dimora le piante, lo scavo delle buche che accoglieranno alberi di prugne “Franchine ed Arselline”, ciliegie “Mazzine”, albicocche “Montoggio e Valleggia”, mele “Roncalline e Cabellotte”, la creazione dell’impianto irriguo, il recupero dei vecchi muri a secco.
Un’idea che vede coinvolti, in sinergia, il Municipio Media Valbisagno, i docenti della scuola e naturalmente i suoi studenti che in primis potranno, in futuro, diventare i “satelliti” del progetto.
Il Municipio Medio Valbisagno ha concesso l’area ed è stato il promotore dell’idea, coinvolgendo alcune aziende appartenenti al tessuto economico cittadino, che hanno partecipato con mezzi meccanici e personale proprio alla prima pulizia della superficie. Il terreno si è detto diventerà un polo botanico.
Già ora è possibile osservare il grande lavoro compiuto in questi mesi: a poca distanza tra loro si osservano l’apiario urbano genovese, il nascente polo didattico e l’azienda agricola dell’Istituto Marsano che subirà a sua volta alcune importanti novità, tra le quali e già nel mese di gennaio, l’accoglimento dei primi alveari di api che tornano dopo decenni di assenza e, per la prima volta dalla nascita della scuola, gli animali da cortile!
Vi sono due cose durevoli che possiamo sperare di lasciare in eredità ai nostri figli: le radici e le ali.
L’anno appena trascorso ci ha permesso di riflettere e porre le radici per un nuovo futuro, facciamo si che il nuovo anno divenga le ali per la costruzione di una società più sana ed attenta ai valori della nostra esistenza.
L’auspicio è che l’operato di questi ragazzi, un granello in un infinito universo, diventi il volano per qualcosa di più grande: la nostra esistenza.
Ed ecco il nuovo anno, che porterà nuove speranze e, forse, l’agognata ripresa. Riprenderemo a correre, ma verso cosa? L’anno appena trascorso ha fatto emergere la nostra fragilità. Nel 2020 tutto si è fermato, noi ci siamo fermati, per riflettere. Ed ora si deve ripartire…..ripartire?
Dunque, non abbiamo capito nulla di quello che è successo: non dobbiamo ripartire, ma cambiare!