DA VERSAILLES A GENOVA PER IL SOGNO DI UNA VALLETTA

testo di Donata Bonometti
Storia di una studentessa di architettura che, abitando in Castelletto, frequentava, ma solo dall'alto e con uno sguardo sempre piu competente, la valletta Carbonara alle spalle dell'Albergo dei Poveri a Genova. Negli anni il degrado di quell'area è aumentato e diminuita la possibilità per Genova di riappropriarsi di un luogo,,, ora accessibile per motivi di sicurezza, solo alla coraggiosa associazione Le Serre di San Nicola di cui abbiamo già parlato su questo blog. I cui volontari hanno recuperato parte della zona, utilizzando serre vecchie e precarie ma riempiendole di fiori, piante grasse, erbe officinali, specie esotiche, agrumi.... Aprendo la valletta in occasione di eventi da loro stessi organizzati. Benemeriti. Per inciso il prossimo appuntamento è in calendario la sera di sabato 28 agosto con un meeting musicale dedicato al jazz.
C'è un (immediato) futuro per la Valletta Carbonara dell'Albergo dei Poveri. Per sottrarre ad un generale abbandono quel che si presenta da sempre come un magnifico spazio urbano, seminato di potenzialità. Sembrerebbe prossima una richiesta di finanziamento recovery fund per un bando dai 6 agli 8 milioni di euro. Da cui puo derivare il definitivo cambiamento. Aspettiamo dunque il risultato di questo percorso istituzionale per capire anche che idea di rivalutazione ha in testa l istituzione Emanuele Brignole.
Ma va raccontata la vicenda parallela della giovane architetto genovese, Eleonora Gigantesco, che dopo la laurea, 9 anni fa, si è trasferita all'estero in importanti studi di Siviglia, Parigi, Tokyo e che l'anno scorso si è laureata anche in Architettura del Paesaggio a Versailles, con una tesi su Valletta Carbonara, essendo, come si è detto, cresciuta in questo quartiere .Una laurea come gesto di gratitudine alla città che l'ha vista ragazza.
Il progetto, puo apparire avveniristico in alcuni suoi passi ma molto rispettoso della storia di quel posto e della flora ligure, e delle sue essenze, ideale prolungamento del verde della costa francese. "Avveniristico si per una città un po ferma come la nostra, non certo per altre città europee...",

Secondo il progetto dell'architetto Gigantesco, si immagina l'apertura della Valletta perchè diventi un parco pubblico, grazie a nuovi accessi posizionati sull'asso nord-sud (giardini Pellizzari e Albergo de Poveri), instaurando così una nuova relazione con la città e il quartiere.. Quindi il restauro delle serre, demolendo quelle obsolete per creare una terrazza ombreggiata con pergolati. Dove riposarsi, fare un picnic, o per riunioni associative e lezioni all’aperto. E le felci centenarie?, un tesoro tutto genovese, oggi rinchiuso in serre che ne contengono l'imponenza? L'architetto propone un giardino ombroso e intimo, dedicato, abbattendo una porzione dell'Albergo, in uno stato piuttosto degradato incendiata piu volte. Gia nel 1961 il Brignole aveva chiesto il permesso di demolirlo alla Soprintendenza, che lo negò. Il progetto invece vuole immaginare questa trasformazione, mantenendo qualche traccia dell'edificio per rispetto della storia, creando cosi il polmone verde delle felci e di due zone densamente boschive .
Va da sè che questa nuova vita prevede un percorso ininterrotto con l'Orto Botanico, che ha sede a pochi metri dell'Albergo, con cui dovrebbe crearsi una sintonia ambientale in tema di piante e semine, con il contenuto scientifico e storico insito nel polo universitario. Nonchè il parziale riutilizzo della Valletta come vivaio comunale. Infine, il colpo d'ala del progetto. l'apertura a cielo aperto del Rio Carbonara nel tratto pianeggiante della Valletta Racconta l'architetto " La creazione di una zona di compensazione nei momenti di piena, per ridurre la pressione idrica a valle. Il Rio Carbonara, come gli altri 7 rivi del bacino genovese, provocano gravi problemi strutturali alle fondazioni degli edifici del centro storico. Quelli di via delle Fontane, per esempio, hanno problemi di ordine statico alle fondazioni causati dal rio Carbonara. Le sponde del corso d'acqua potrebbero essere trattate per consentire il drenaggio in caso di piena. Una parte di questo giardino sarà una zona di compensazione alluvionale. Una grande vasca naturale inondabile, grazie ad un sistema di dighe che favorirà la parziale ritenzione del deflusso, per consentire all'acqua di infiltrarsi nel terreno, nei momenti di forti piogge. Ovviamente l'acqua del rio sarà utilissima per irrigare la Valletta, senza sprecare l'acqua potabile dell'acquedotto".
Vedo ogni giorno la valletta passeggiando in corso Firenze, una elegante cornice di edifici ottocenteschi prodotto di una borghesia genovese che si stava affermando nel mondo mercantile, e mi si stringe il cuore, perchè me la ritrovo davanti cosi da decenni. Posto straordinariamente armonioso che unisce natura ad architettura, simbolo di una città che fu ricca, ma attualmente poco generosa, non in grado di ripristinare e utilizzare splendidi testimoni del suo passato. Parliamo dell'abbazia di San Giuliano per esempio, ma anche dell'albergo Marinella sulla passeggiata di Nervi solo ora in via di recupero dopo anni di scandaloso spettacolo. E ancora tutta l'area dell'ex manicomio di Quarto in balia di scelte istituzionali che hanno solo che favorito la desolazione e tenuta viva e vegeta dall'associazione Quarto Pianeta. Evviva i volontari che amano la loro città e la puntellano. Evviva i figli che se ne vanno ma che poi ritornano con i loro progetti e le loro idee per un luogo del cuore.
In Valletta oltre all'associazione Le Serre lavora anche l'associazione di promozione sociale Alle Ortiche nata a Genova nel 2019 per portare avanti progetti di rigenerazione urbana e innovazione sociale. L'accesso alla Valletta ma solo per contattare i volontari è in due punti di corso Firenze. Uno verso il Belvedere Don Ga, l'altro verso San Nicola.