E QUESTA VOLTA E' LA GIGI GHIROTTI AD AVER BISOGNO DI GENOVA

testo di Donata Bonometti e Stefano Villa
Leggiamo sui media in questi giorni una iniziativa dell'ospedale di Cinisello Balsamo che mi sembra ricalchi una simile dell'ospedale di Pisa e di un ospedale in Veneto. La possibilità, concessa ai parenti dei malati che il Covid si sta portando via, di stare loro vicino. Assistiti e preparati prima da uno psicologo e quindi avvicinati al letto del loro congiunto con tutte le sicurezze necessarie.
Ci vuole poco per essere umani, per azzerare quella che è forse la condizione piu inumana appunto che questa pandemia ci ha prospettato. Non poter raccogliere l'ultimo respiro, stringere una mano e con gli occhi scambiarsi la lettura di una vita passata insieme. Nel momento in cui la solitudine comunque si siede a capo del letto perchè è da soli che avviene il passaggio, ebbene il Covid aggrava e stravolge questa condizione, affidando il congedo ad uno smartphone, a una videochiamata, alla pietas di un infermiera o di un medico che raccolgono le ultime parole per consegnarle poi. Ecco in alcuni ospedali d Italia finalmente si è messo in atto questo momento di amore e di contiguità in sicurezza. E forse a volte basta riferirsi a questi esempi per migliorare la vita e la morte dei cittadini. Questa separazione violenta e crudele è uno degli effetti collaterali psicologici del covid che stentano a guarire.
E parlando di fine vita non possiamo non introdurre l'appello che la Gigi Ghirotti, pronta da anni a stare insieme alla famiglie nei momenti piu critici delle malattie oncologiche e croniche progressive, ora rivolge a Genova. L’associazione fondata nel 1984 dal professor Franco Henriquet ha bisogno di ogni possibile sostegno “nell’impegno ancora più difficile e straordinario in questa emergenza per le cure palliative e la vicinanza alla fine della vita”. Negli hospice, con l'assistenza domiciliare. “Il filo non si è mai interrotto – dice il professor Henriquet – però purtroppo l’emergenza Coronavirus ha ostacolato pesantemente il nostro lavoro e con i contributi pubblici non riusciamo a coprire tutti i costi per gli operatori sanitari. E quasi ogni iniziativa che gruppi e associazioni organizzavano per darci supporto è stata bloccata”. Tutto il personale della Ghirotti ha continuato come sempre la cura e l' assistenza, ma il virus ha sospeso il cuore delle attività dei volontari della Gigi Ghirotti, la vicinanza ai pazienti e alle loro famiglie a domicilio e negli hospice anche se i contatti telefonici e telematici con loro sono costanti per allentare la solitudine. La paura.
“Prima della pandemia eravamo 340 - dice Patrizia Fonda coordinatrice dei volontari - però ci sono molte persone anziane e non sappiamo se se la sentiranno tutte di continuare. Ma appena possibile siamo pronti a ripartire”.
Comunque i volontari in forze hanno solo cambiato modi di prossimità: “consegniamo i farmaci e gli ausili sanitari nella nostra farmacia in corso Europa, nei poli genovesi di Pra, Oregina, Struppa, Bolzaneto e in quello di Sori. I volontari affiancano i dipendenti dell associazione nel dare informazioni e raccogliere richieste. “Questa attività continua ad espandersi e per non tenere impegnato il centralino molte chiamate vengono trasferite sui telefoni personali”. Nella pandemia i volontari ritirano alla Asl i tamponi diagnostici, li portano negli hospice o a chi coordina le attività domiciliari o al laboratorio di San Martino. “Ci stiamo organizzando – conclude la Fonda – anche per portare a domicilio i tamponi per gli ammalati che vogliono entrare negli hospice”
Dunque l’associazione è viva e operativa, ma mai si era trovata così in difficoltà anche economica: dall’inizio della pandemia a oggi ha speso oltre 225.000 euro per i dispositivi di protezione necessari per operare in sicurezza e le strumentazioni mediche aggiuntive (pulsossimetri/saturimetri, termometri a infrarossi, sfingomanometri, fondendoscopi) e spende circa 122 euro al giorno per garantire la sicurezza di ogni paziente in cura. Alla Gigi Ghirotti che dalla convenzione con la Asl3 Genovese riceve una retta giornaliera per ogni ricovero – completamente gratuito per i pazienti – quest’anno si è ridotta l’occupazione dei posti letto degli hospice perché “molte famiglie – dice il professor Henriquet - non se la sono sentita, anche per le limitazioni sanitarie all’accesso dei parenti che prima potevano sempre restare a fianco della persona ricoverata. Perciò “si faticava molto anche per coprire tutti i costi degli hospice, invariati anche se con meno letti occupati”. E ritorna il tema iniziale del fine vita in solitudine che abbiamo conosciuto in questi mesi di pandemia come forse la piu tragica anomalia nelle nostre relazioni piu profonde ed estreme. Ed è stata la Gigi Ghirotti in questi anni ad averci dato lezione di comportamento sentimentale, in questi momenti, al capezzale di un amico di un parente.
Dunque la Ghirotti non si ferma ma in questo momento ha bisogno di tutti noi. Per sostenerla si possono scegliere, con donazioni anche i regali che propone con il Mercatino di Natale online https://www.gigighirotti.it “Ci sono ad esempio– racconta Anna Vassallo della Gigi Ghirotti - le agende, lo sciroppo di rose, le bambole Gigine, le pergamene, i biglietti di auguri, i calendari con i dipinti di Giorgio Spano, il libro del professor Franco Henriquet <Accanto al dolore, intervista d’equipe>, il volume fotografico Racing in Genova dedicato alla città e alle sue regate. Con questi regali ogni persona può donare sostegno e solidarietà in questo Natale.”
Nella fotografia presa in prestito da genovaquotidiana.it il professor Henriquet di cui in questi mesi si sono festeggiati coralmente i 90 anni, all'ultimo convegno che si è tenuto a ottobre