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IL NOSTRO 68 RACCONTATO DAI MANIFESTI



testo di Giuliano Galletta

Con la definizione di "Lungo 68 italiano", ormai entrata nel lessico degli storici, si identifica il decennio 1967-1977, una stagione caratterizzata della nascita e dallo sviluppo del movimento studentesco e giovanile, del femminismo e dei gruppi della nuova sinistra. Un periodo di lotte sociali, segnato da una profonda trasformazione dei modelli della comunicazione politica. Volantini, opuscoli, libri, giornali, riviste, fotografie, film, canzoni, teatro fino ad arrivare alle radio "libere" fecero irruzione in modo "alluvionale" in uno scenario già ampiamente monopolizzato dalla cultura di massa e alla quale i movimenti tentavano di opporre forme e contenuti radicalmente alternativi.

Il medium che forse meglio di tutti ha rappresentato lo spirito del tempo è il manifesto. E proprio al manifesto è dedicato il prezioso volume edito dall'Archivio dei movimenti di Genova, "68, i muri ribelli", (338 pagine, 15 euro), curato dal grafico e artista Roberto Rossini. Il volume propone una selezione di oltre duecento manifesti tratti dalla collezione dell'Archivio che ne conta quasi 700, recentemente ordinati, dalla giovane archivista Alice D'Albis e fotografati da Adriano Silingardi, nell'ambito di un progetto finanziato dalla DGA (Direzione generale degli archivi), del Ministero dei Beni culturali.

L'Archivio dei Movimenti, Archimovi, (www.archiviomovimenti.org), nato nel 2009, raccoglie, ordina, conserva e mette a disposizione del pubblico e degli studiosi, in collaborazione con la biblioteca civica Berio, materiali documentari sul “Lungo '68”, oltre a produrre mostre, libri e video. "Il nostro progetto nasce in pieno lockdown" spiega Paola De Ferrari, una delle fondatrici dell'Archivio "in un momento in cui l'Archivio era forzatamente chiuso e assume quindi un particolare significato. Per questo abbiamo voluto integrare il progetto con una webapp accessibile dal nostro sito, realizzata da Massimo Tonon e Virginia Niri, che permette di giocare online con i manifesti e mettere alla prova le nostre conoscenze storiche". Attraverso i manifesti il volume offre uno stimolante spaccato nella storia italiana del secondo Novecento, dalle occupazioni universitarie al femminismo, dalle lotte in fabbrica al rapporto operai- studenti, dal 30 giugno a piazza Fontana, dalla guerra del Vietnam al golpe cileno, dal mito del Che al pacifismo, dalla scuola ai comitati di quartiere. Come scrive Rossini nell'introduzione: "Lo scontro conflittuale del 68 ha indubbiamente significato politicamente, socialmente, culturalmente molte cose; tra queste anche, in qualche misura, la rinascita del manifesto e del suo utilizzo. Si è trattato di un fenomeno significativo perché ha introdotto un nuovo aspetto non soltanto di fruizione ma anche di produzione dell'oggetto comunicativo." Tutta la collezione dell'archivio nasce dalle donazioni di militanti che hanno conservato, spesso fortunosamente, altre volte con l'attenzione del collezionista, questi frammenti di un parte importante della loro vita. Le testimonianze dei donatori, raccolte dalla storica Virginia Niri, sono parte integrante del libro. "Ci sembrava" scrive Niri "che un'analisi puntuale dello strumento 'manifesto' non potesse prescindere dal valore emotivo che quello strumento possedeva, tanto nel momento della produzione – attacchinaggio massiccio o vendita per autofinanziamento, quanto, o forse soprattutto, nel momento della conservazione a posteriori". Come osserva nella postazione lo studioso dell'immagine Ferruccio Giromini: "I nostri ricordi, rimasti ad ingiallire arrotolati fuori o dentro i tubi in un angolo, tornano cosí di tanto in tanto a rintronare bassi nel subwoofer della mente e a risvegliare profondi scuotimenti, ritmati nello stomaco. È la grancassa potente della memoria, quando riaccende il passato remoto".

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