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LA BARCA A VELA DELLA TENERA ETA'

testo di Stefano Villa

Vivere il mare navigando a vela sin da bambini, respirando la passione per uno sport che non deve essere per forza elitario e sempre competitivo.

“Nel calcio, nella pallanuoto o nel basket la ragion d’essere è l’agonismo di fare la partita, a qualunque livello, nella vela invece si può scegliere di uscire in barca per una regata o magari per farsi un bagno sotto il monte di Portofino ed è sempre vela” dice Cristiano Lai, responsabile delle attività veliche del Club Amici Vela e Motore di Recco. Fondato nel 1908 è stato uno dei primi circoli ad affiliarsi alla FIV, la Federazione Italiana della Vela e da una quarantina d’anni organizza corsi velici per tutte le età, compresi i piccoli dai 6 anni. “Svolgiamo soprattutto corsi estivi, ma non solo e si continua anche in autunno e in primavera”. Dallo scalo a poche decine di metri dalla sede del circolo, sul Lungomare Marinai d’Italia, salpa ogni giorno una flottiglia di Optimist, le piccole e maneggevolissime barche a vela per i corsi base ognuna con un bambino a bordo, preceduta e seguita dai gommoni degli istruttori. Le prime cose che s’imparano “sono i nomi dei venti, a orzare e poggiare, a cazzare la vela. Servono vocaboli per comunicare, anche con gli istruttori. La vela è certamente tecnica, però non è difficile ed è anche piuttosto intuitiva, se la barca si piega viene istintivo protendersi fuori bordo dal lato opposto”.

L’idea che questo sport simboleggi un mondo elitario del lusso è vera solo se si guarda ai megayacht, “perché c’è anche una parte molto più accessibile, la vela sportiva. Implica comunque dei costi perché è uno sport tecnico di conduzione del mezzo, ma dipende anche dai circoli”. In quello di Recco l’obiettivo, condiviso dalla FIV, è l’educazione al mare. “Fa parte della nostra cultura che i bimbi imparino ad andare a vela facendo sport, incontrando altri coetanei e seminare sin dai piccini l’interesse e la passione per la cultura nautica è davvero importante”. I corsi base vanno dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13, ognuno con 8-9 bambini. Questa estate i corsi sono molto richiesti e il circolo sta cercando di organizzarne anche al pomeriggio. I corsi per ogni bambino costano 150 euro settimanali, compreso il tesseramento alla federazione per l’assicurazione. Il costo si riduce se un bambino si iscrive a più corsi e se a frequentare ci sono più bimbi della stessa famiglia. “Ci sono costi fissi, ma se i partecipanti sono molti si riesce a far scendere ancora le tariffe”. L’impegno dei circoli è importante anche perché la vela non è uno sport semplice da promuovere: acquistare una barca, mantenerla, sistemarla non è facile “e in una regione come la Liguria e in una città come Genova gli spazi sono pochi, mentre ad esempio la Toscana, anche per le differenze geografiche e orografiche della costa è più alla portata dei velisti”.

In Liguria e a Genova il mondo della vela è variegato perché “ci sono club fortemente elitari che fanno comunque un ottimo lavoro e realtà come il comitato dei circoli velici genovesi (di cui quello recchelino è tra i fondatori) che permettono ai circoli medio-piccoli di unire le forze”. Questo impegno ha permesso anche di trovare una base comune a Genova per le uscite in mare nell’area della Fiera, ora sospesa per i lavori del nuovo waterfront.

Oltre agli Optimist il Circolo di Recco ha barche di classe Laser, sportive a deriva singola diverse per l’ampiezza delle vele - dalla più piccola 4.7 all’intermedia radial alla standard, la più grande - poi un Flying junior a deriva doppia con timoniere e prodiere e due vele, randa e fiocco, con la speranza “di riuscire ad acquistare un’altra barca prima della fine della stagione”.

Avvicinare la vela alle persone perché sia davvero uno sport come tanti, coltivarne la passione e la funzione sociale piuttosto che la patina del lusso è la filosofia del circolo di Recco e le risposte non mancano anche dagli adulti. “Due signori di mezza età la primavera scorsa si sono avvicinati alla vela per la prima volta e si sono molto divertiti. Finito il corso uno si è iscritto al circolo e si è già comprato una barca e anche l’altro sta per diventare socio”.

La vela e il mare per Cristiano Lai sono passioni di famiglia. “I miei genitori sono sempre stati amanti del mare, io sono nato qua e ho amato il mare sin da bambino, il nonno materno era il segretario del circolo. A 5-6 anni ho fatto i primi corsi di vela, una passione portata avanti per tutta la vita regatando e uscendo in barca con gli amici. Da ragazzo ho fatto attività agonistica per il circolo, dalle regate ho avuto anche belle soddisfazioni, ma non ho mai pensato di identificare la vela solo con l’agonismo, sarebbe troppo limitante. Sempre al circolo ho fatto prima l’aiuto istruttore e l’istruttore per pagarmi gli studi”. Poi fra impegni di lavoro, gli affetti familiari e la nascita dei figli c’è stata una pausa dalla vela. “Ora però che i bimbi sono un po’ cresciuti nel tempo libero sono tornato alle attività del circolo”. Dallo scorso novembre è lui il responsabile delle attività veliche di questa realtà in cui convivono due anime: la vela, appunto, e le barche a motore

amichevolmente anche in famiglia. Il figlio più grande di Cristiano, di cinque anni “finora è più interessato al gozzo del nonno che continua a fare le sue uscite. Prima era un velista e adesso con il gozzo gli diciamo scherzando che tiene un po’ il piede in due scarpe.”.

Il circolo poi ha un’idea che vorrebbe trasformare in progetto da presentare al Comune di Recco: “ci piacerebbe molto sviluppare una sezione per le barche d’epoca. Ne abbiamo alcune davvero significative, come il Celestina, che raccontano più di 70 anni di storia del mare”.


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